Il comune di Barolo possiede dei terreni spettacolari, primo fra tutti il Cannubi che è il più antico cru del Barolo e dell'Italia. Era già simbolo di eccellenza prima ancora che nascesse il Barolo. A Bra presso il museo privato dei Manzone c'è una bottiglia che reca in etichetta: Cannubi 1752.

Nei Cannubi effettivamente succede qualcosa di eccezionale: le due zone geologiche principali nelle quali si divide il territorio degli 11 comuni del Barolo docg qui si sovrappongono.  Nei vini dei Cannubi abbiamo sia la freschezza ed eleganza della zona tortoniana che la profondità e la complessità della zona elveziana. Il suolo qui è composto in maggioranza da Marne di Sant’Agata e abbondanti sabbie; notevole è la quantità di minerali fra i quali predominano ferro e magnesio.

La fama  di questa collina l'ha portata ad essere territorio conteso da parte di molti produttori, fino a trasformarla nella collina più parcellizzata del Barolo. La recente legge sulle "menzioni geografiche aggiuntive" nome poco felice per definire luoghi di grande fascino, ha stabilito che spettasse il nome di Cannubi, solo alla zona classica più nobile e ha consentito la doppia menzione di Cannubi Boschis, Cannubi S. Lorenzo, Cannubi Valletta e Cannubi Muscatel ai vigneti vicini. Questi sono peraltro ottimi cru che spesso si avvicinano all'eccellenza dei Cannubi.

I vini di Barolo profumano di rose e viole di lamponi e mirtilli di liquerizia ed eucalipto e di sottobosco con note di funghi e tartufi. Sono puliti nell'espressione e verticali nel gusto, senza sbavature.