Il Terroir

Il terroir, parola francese entrata oramai a far parte del vocabolario enologico anche in Italia, è un concetto ampio, che esprime il legame tra l'uomo e la sua terra. Riportiamo la bella definizione dell’Institut National des Appellations d`Origine (INAO):

`Le terroir est un espace géographique délimité où une communauté humaine a construit, au cours de l`histoire, un savoir intellectuel collectif de production, fondé sur un système d`interactions entre un milieu physique et biologique et un ensemble de facteurs humains, dans lequel les itinéraires socio-techniques mis en jeu, révèlent une originalité, confèrent une typicité et engendrent une réputation, pour un produit originaire de ce terroir'.

Il terroir è uno spazio geografico delimitato dove una comunità umana ha costruito, nel corso della storia, un sapere intellettuale collettivo di produzione, fondato su un sistema d`interazioni tra un ambiente fisico e biologico ed un insieme di fattori umani, dentro al quale gli itinerari socio-tecnici messi in gioco rivelano un'originalità, conferiscono una tipicità e generano una reputazione ad un prodotto originario di questo terroir.

Gli elementi principali del terroir: i comuni del Barolo

Porfidi quarziferi

Nel Miocene tra 7 e 5,5 milioni d anni fa, le terre oggi appartenenti al Piemonte erano ricoperte dal mare. In seguito a movimenti delle placche tettoniche lo stretto di Gibilterra si chiude e il Mediterraneo si prosciuga creando così dei grossi depositi di calcare e salgemma. Con il trascorrere dei millenni lo stretto di Gibilterra si riapre e tornano le acque arricchendo il terreno di strati di microelementi. Nel Pliocene le zolle africane spingono e sviluppano dei movimenti della crosta terrestre facendo emergere gli apennnini e le langhe. La zona degli 11 comuni del Barolo si divide in due macroaree. La prima è di epoca geologica tortoniana e comprende i territori di Verduno, La Morra, Barolo e Novello, mentre la seconda è di matrice elveziana e ad essa appartengono Monforte, Serralunga e Castiglione Falletto. Il terreno tortoniano è più ricco di ossido di magnesio, manganese e gesso mentre quello tortoniano è più calcareo con elevata presenza di ferro. I vini qui prodotti sono profumati, fini, con corpo più leggero ma molto eleganti.  Il terreno tortoniano è composto principalmente da marne azzurre chiamate Marne di Sant'Agata molto compatte in profondità e più sciolte in superficie dove a contatto con gli agenti atmosferici prendono un colore più bianco. Nell'elveziano invece abbiamo marne grigie alternate a strati di arenarie di Diano che sono sabbie prevalentemente silicee. I vini che ne nascono sono più austeri più potenti e dopo adeguato invecchiamento hanno uno spettro olfattivo molto ampio.

 

 

 

Nebbiolo

Uva a bacca nera. Il grappolo alato a forma piramidale allungata ha acini fitti. La buccia è sottile ma resistente, molto pruinosa, caratteristica dalla quale trae forse il nome visto che l'acino sembra avvolto dalla nebbia. Alla nebbia è legata anche l'altra probabile origine del nome del vitigno che a motivo della maturazione tardiva spinge la vendemmia nella seconda metà di ottobre, periodo di nebbie autunnali.

Il colore è violaceo scuro, quasi blu, ma i vini cui dà origine invece sono di colore abbastanza scarico. E' un'uva molto pregiata per le sue caratteristiche uniche di finezza ed eleganza che si esprimono solo su quei suoli che presentano le caratteristiche adatte. In Italia il nebbiolo dà risultati eccellenti nelle Langhe e nel Roero, ma anche in Valtellina (loc. den. Chiavennasca) in Valle d'Aosta (loc. den. Picoutener) e nelle aree del Nord Piemonte dove è localmente denominato Spanna.

 

 

Il clima è temperato. L’inverno è la stagione dei rigori e del freddo intenso, spesso con forti precipitazioni nevose. La primavera e l’autunno sono da sempre stagioni incostanti e la situazione climatica può andare incontro alle variazioni più improvvise. L’estate è la stagione del caldo, un tempo più secco, ultimamente si è fatto più umido, anche sulle colline, dove la ventilazione di norma dovrebbe temperare l’umidità che si registra nelle conche e nelle valli. L’alternarsi di provvidenziali temporali rinfrescanti, porta refrigerio, quando non la temuta grandine, flagello e rovina talvolta di interi vigneti. Questo continuo alternarsi di tempo bello e di tempo perturbato, influisce in maniera determinante sulle caratteristiche finali dell’uva e del vino, riuscendo in annate talvolta eccezionali talvolta meno. La variabilità del clima incide dunque in maniera determinante sul vino che sarà ogni anno diverso e irripetibile.

 

I produttori scelti sono tutti vignaioli di grande carattere che hanno fatto la difficile scelta di puntare tutto sulla qualità in tempi in cui il mercato non li premiava per questo.

Portano nel vino la loro personalità e le loro competenze.