Ars Vivendi

 

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi

I castelli di Jesi sono i luoghi del contado della Repubblica Aesina. Nel medioevo erano assoggettati al comune di Jesi, che acquistò rinnovata fama quando vi nacque l’Imperatore Federico II. Sorgono sulla sommità delle colline più alte e con le mura medievali e il centro storico intatti, ricchi di chiese e nobili palazzi, ci regalano atmosfere del passato che meritano una visita.

I più importanti sono Cupramontana, Corinaldo, Morro d’Alba, Ostra e Ostra Vetere, Serra de Conti e Montecarotto che rappresentano oggi i comuni del Verdicchio classico.

Si deve ai monaci Benedettini e poi ai Camaldolesi il diffondersi della vite nella zona della Marca Anconetana ed è sorprendente come avessero già individuato con  precisione i terreni migliori valutando con l’osservazione e l’esperienza ciò che oggi le moderne scienze confermano. In questi luoghi vi è una marcata differenza tra i suoli a breve distanza e sui cru migliori erano già state impiantate vigne in epoca medievale. Terroir ... >>

Siamo nel bacino del fiume Esino, tra i 20 e 40 km dal mare. Le colline passano dai 96 m di Jesi ai 630 di Cingoli. Il sole caldo, le brezze marine e il riparo fornito dalle alte montagne abruzzesi garantiscono a questa zona un clima temperato. Le colline, pur essendo lievi hanno pendenze anche elevate che garantiscono un ottimo drenaggio.

 

 

Dagli anni 60 il Verdicchio ha avuto una buona fortuna commerciale, e si è ben introdotto nella grande distribuzione, anche grazie alla bottiglia ad anfora, fatta appositamente studiare da Fazi Battaglia. E’ inoltre è un vino piacevole anche nella sua versione più semplice, e rispetto ad altri vini più sostenuti a livello di marketing ha un prezzo ancora molto vantaggioso .

Oggi vi sono inoltre sempre più produttori che si dedicano a produzioni di alta qualità e curano sia le vigne che il lavoro di cantina in modo da ottenere vini tra i migliori bianchi al mondo che non temono confronti  e nelle manifestazioni internazionali fanno ben figurare la loro terra d’origine.

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi è molto profumato ed è un vino di grande struttura, che si apprezza per il suo equilibrio tra freschezza e morbidezza e per la sua grande sapidità. Nei cru più vocati, oltre ai profumi fruttati di mandorle e nespole e ai floreali di ginestra e biancospino, sviluppa note minerali di pietra focaia e salmastre. Questi vini sono gradevolissimi giovani, e se vinificati con criteri di qualità e con basse rese possono invecchiare mirabilmente, acquistando una gamma di profumi molto complessa dal miele agli agrumi, ai fiori di campo e erbe aromatiche, ma anche legno di sandalo e incenso.

 

Il Verdicchio di Matelica

L'altipiano di Matelica è più centrale e si allontana dal mare. Sia il suo microclima che le sue caratteristiche geologiche sono differenti.

7 milioni di anni fa, una spinta tettonica ha innalzato la piattaforma adriatica e ha corrugato i territori interni delle odierne Marche, creando le dolci colline che vediamo oggi.

Tra le colline marchigiane e gli appennini rimase intrappolata una gran quantità d’acqua marina che andò a formare un grande e profondo lago salino. Con il passar dei millenni parte di questa acqua infiltratasi nei terreni sottostanti fino ad un km di profondità, darà origine alle cosiddette “salse” le acque nere sulfuree e salsobromoiodiche che infondono alle produzioni agricole e vitivinicole della zona un sapore impareggiabile. Oltre alla vite anche la produzione di legumi qui è eccellente, ricordiamo i ceci ed il farro marchigiani e poco lontano da qui le lenticchie di Castelluccio, che a detta di tutti sono le migliori.

Per quanto riguarda i vini inoltre le antiche sedimentazioni di alghe e fossili marini, permettono uno sviluppo di microorganismi di cui le radici della pianta beneficiano e che si traduce in un aumento del profilo minerale del vino. Qui i vini sono molto profumati e meno salini dei Verdicchi di Jesi.

 

Il Terroir

Il terroir, parola francese entrata oramai a far parte del vocabolario enologico anche in Italia, è un concetto ampio, che esprime il legame tra l'uomo e la sua terra. Riportiamo la bella definizione dell’Institut National des Appellations d`Origine (INAO):

`Le terroir est un espace géographique délimité où une communauté humaine a construit, au cours de l`histoire, un savoir intellectuel collectif de production, fondé sur un système d`interactions entre un milieu physique et biologique et un ensemble de facteurs humains, dans lequel les itinéraires socio-techniques mis en jeu, révèlent une originalité, confèrent une typicité et engendrent une réputation, pour un produit originaire de ce terroir'.

Il terroir è uno spazio geografico delimitato dove una comunità umana ha costruito, nel corso della storia, un sapere intellettuale collettivo di produzione, fondato su un sistema d`interazioni tra un ambiente fisico e biologico ed un insieme di fattori umani, dentro al quale gli itinerari socio-tecnici messi in gioco rivelano un'originalità, conferiscono una tipicità e generano una reputazione ad un prodotto originario di questo terroir.

http://www.arsvivendiclub.it/territorio5.aspx